iPhoner intervista Daniele Margutti, lo sviluppatore di RomaPocket, CloudNews e Shake [redeem all’interno]

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Quando si incontrano e si conoscono sviluppatori così di talento viene quasi spontaneo rivolgere loro domande, chiedere opinioni, scambiare due chiacchiere su tutto ciò che riguarda il mondo dello sviluppo software.

Questo è proprio il caso di Daniele Margutti, sviluppatore di app di successo come RomaPocket, CloudNews e Shake, che abbiamo deciso di intervistare per capire più da vicino come lavora, pensa e agisce un developer di professione.

iPhoner: Innanzitutto grazie per averci concesso del tempo per questa intervista. Parliamo un po’ di te. Come è nata la tua passione per lo sviluppo? Quando ti sei avvicinato al mondo Apple e allo sviluppo di app per piattaforma iOS?

Daniele Margutti: Come per tante altre cose tutto è nato un po’ per gioco e un po’ per caso. Devo aver avuto all’incirca nove o dieci anni quando mio padre, allora grafico, decise di passare dai vecchi MCS utilizzati allora per l ‘impaginazione ad una nuova rivoluzione chiamata Macintosh. Con l’occasione riuscì a portare a casa anche un Macintosh LCII così da lavorare comodamente nei weekend qualora ce ne fosse stato bisogno. In realtà questa rimase ben presto solo un’intenzione: avevo già avuto un Commodore64 e un Amiga500 ma col passare dei giorni mi innamorai ben presto di quel piccolo gioiello, relegando velocemente gli altri al ruolo di console (che ben presto sarebbe stato per me sinonimo di “semi abbandono”).

Iniziai quindi ad esplorare tutti quei programmi di grafica e dtp che di li a poco fecero del Mac la macchina preferita per gli addetti ai lavori. Come per tutti i bambini lego-dipendenti iniziai pero’ presto a chiedermi come potesse funzionare quella magia di icone e finestre; ero ben lungi dal comprendere qualsivoglia nozione di base sullo sviluppo software, ma un giorno misi nel lettore floppy un disco trovato tra quelli custoditi da mio padre. Quel dischetto recava la sigla “HyperCard”, e credo sia stato proprio quello il momento in cui iniziò tutto. HyperCard permetteva di realizzare piccoli programmi (chiamati stack) utilizzando un linguaggio semplice ma comunque completo, lo SmallTalk. Era il VisualBasic dei primi anni ’90 e in quegli anni nelle riviste del settore era normale trovare stack dedicati ad ogni scopo, realizzati da utenti per altri utenti. Ne feci diversi, tutti comunque a mio uso e consumo: internet arrivò soltanto anni dopo.

Per certi versi questa mancanza di “risposte facili” (chi ha detto StackOverflow?) mi aiutò molto a crescere come programmatore (e anche con l’inglese). Nei due anni successivi passai a SuperCard (una versione più evoluta) e con l’esperienza acquisita mi dilettai a re-immaginare un IDE alternativo (l’IDE di SC era realizzato con SmallTalk, quindi la cosa era molto più agevolata di quanto non si possa immaginare). Non mi ricordo fin dove arrivai ma quell’esperienza mi diede le basi per passare poi a linguaggi più evoluti come Java e C. Negli anni successivi insieme ad un amico ebbi modo di fare molti altri programmi come client IRC, reader USENET e diverse altre utilità che finirono per trovare posto anche nei CD allegati alle riviste. Poi Apple rilasciò Mac OS X e iniziai a lavorare per far diventare questa passione un lavoro.

iOS arrivò solo diversi anni dopo quando ero già in Università. Fu un altro momento fondamentale: il passaggio dal desktop a mobile (tecnicamente più facile vista la similitudine degli ambienti) mi aiutò però a mettere al centro dell’attenzione l’usabilità delle interfacce a dispetto dell’ottimizzazione ad ogni costo del codice (cosa che per chi ha fatto studi di stampo scientifico non è assolutamente naturale). Mi appasionai quindi al disegno delle interfacce e dell’esperienza utente…il  il resto è presente…

iPhoner: RomaPocket, Shake e CloudNews sono tre delle tue migliori applicazioni per iPhone e iPod touch. Parlaci un po’ di loro. Come ti è venuta in mente l’idea di realizzarle e quanto tempo hai impiegato per far si che fossero perfette.

Daniele Margutti: Sono dell’opinione che le migliori idee sono quelle che vengono da una necessità. Tutti e tre i programmi che avete citato sono nati proprio da esigenze personali mie o di chi mi è stato vicino. Prima di iniziarle ho passato un periodo cercando le possibili alternative sullo store e analizzando i punti di forza e quelli deboli di ciascuna di esse. Lo sviluppo – portato avanti principalmente dopo il lavoro e nei weekend – è durato mediamente 2 mesi divisi tra 40% di disegno e
progettazione della UI, 50% di stesura codice e il restante 10% in testing.

La parte più impegnativa è stata sicuramente il disegno della UI e dell’interazione con l’utente che ho portato avanti in collaborazione con una mia collega; per RomaPocket in particolare ci sono stati molti mockup per ogni versione delle schermate, tutto alla ricerca dell’equilibrio migliore tra semplicità, comodità ed eleganza. A proposito di RomaPocket: proprio in questi giorni stiamo sviluppando una nuova interfaccia per un consistente aggiornamento…sono già passate tre settimane e almeno una decina di mockup diversi. In questo senso il buon gusto per la grafica ereditato dalla famiglia (dove sono un po’ tutti degli “artisti”) mi ha aiutato sempre molto.

iPhoner: Entriamo in po’ più nel privato. Quanti download registrano queste tue applicazioni e che vantaggi in termini economici hai avuto dalla loro realizzazione e massa in vendita?

Daniele Margutti: Parlo ovviamente delle applicazioni pubblicate sotto il mio nome. RomaPocket fa mediamente 800-900 download al mese (principalmente in Italia); le altre due sono leggermente sotto (shake in particolare ha dei picchi assurdi di download in caso di terremoti; una situazione naturale ma piuttosto macabra a ben pensarci).

iPhoner: Cosa pensi dell’App Store? Cosa vorresti veder migliorato o aggiunto in questo ecosistema quasi perfetto?

Daniele Margutti: App Store è stata una ottima idea che ha dato la possibilità a molti programmatori indipendenti di avere quella visibilità che da soli non avrebbero mai ottenuto, non chè di far diventare questo il loro lavoro primario (sogno che spero nei prossimi anni di seguire anche io). Credo però siano diversi margini di manovra sui quali Apple potrebbe e dovrebbe agire; ad esempio mi piacerebbe avere un contatto più diretto con gli utenti per ricevere feedback o per risolvere problemi ed incompresioni che capitano più di quanto non si desideri e che sono all’orgine di quelle fastidiose recensioni negative (quando impieghi mesi a lavorare ad un progetto è impossibile non prendere cattive recensioni come questioni personali, soprattuto se non sono dovute a reali problemi; il fatto che tutto sia “in sola lettura” è quasi snervante). In generale vorrei però che la politica di Apple diventasse più aperta: ho avuto modo di provare il nuovo Windows Mobile, che pur
attingendo in maniera pesante a molti concetti propri di iOS è riuscito a sistemarsi in una posizione intermedia tra “l’anarchia” di Android e quella “dittatura soft” di Apple. Credo quindi che, almeno questa volta, Apple possa fare un passo avanti che ora più che mai è necessario per mantenere iOS nei vertici del settore mobile.

iPhoner: Non sembri essere molto interessato allo sviluppo di app per iPad. A cosa è dovuta questa tua scelta?

Daniele Margutti: In realtà per lavoro ne ho realizzate parecchie. A mie nome come avete detto non c’è ancora nulla, ma a questo farò presto ammenda: entro la primavera prossima ho intenzione di pubblicare una versione di CloudNews per iPad. Sono dell’idea che il semplice porting da iPhone ad iPad non serva ne agli sviluppatori ne agli utenti: questo perchè cambia sia la tipologia di utenti sia l’uso che fanno del device. Per questo vorrei che CloudNews (come altre app che verranno) non fosse solo una versione “più grande” del compagno, ma un programma disegnato intorno ad un dispositivo che merita qualcosa di diverso che non dei semplici ‘adattatamenti’ (e purtroppo questa è una cosa che in parecchi sullo store sembrano ignorare).

iPhoner: Cosa ti sentiresti di suggerire a chi si sta avvicinando per la prima volta al mondo dello sviluppo per iOS?

Daniele Margutti: Mi sono sempre ritenuto fortunato; come avete avuto modo di leggere questa passione mi ha accompagnato sin dall’infanzia. Sono quindi convinto che il miglior lavoro lo si fa quando c’è passione e quando ci si diverte; disegnare programmi e realizzarli è come un’arte e tale andrebbe trattata. Realizzare applicazioni solo per la voglia di far soldi non vi aiuterà in nessun modo, anzi, sarà il miglior modo per realizzare qualcosa di anonimo (a questo proposito vi consiglio una bella lettura: “Rivoluzionario per caso” di Linus Torvalds). Passata la lavata di testa filosofica scendo sul pratico: per fare delle buone cose serve un buon background informatico (non solo sulla programmazione ma anche sugli algoritmi e quant’altro è informatica teorica) e una attenzione ai dettagli… cambiate, create, smontate, ricreate, distruggete…fin quando non vi sentite soddisfatti. Ogni minuto in più che dedicherete a quest’opera apparentemente futile vi tornerà indietro sottoforma di apprezzamento dei vostri utenti (ed è davvero gratificante).

iPhoner: Progetti futuri? Hai in serbo qualche altra nuova app?

Daniele Margutti:  Di idee ce ne sono sempre tante, di tempo meno. Ho 3 applicazioni in cantiere che spero di pubblicare prima della prossima estate.

iPhoner: Un saluto hai lettori di iPhoner?

Daniele Margutti: Credo che il miglior saluto sia quello di regalare ai lettori più veloci di iPhoner qualche codice redeem per le mie app.

Eccoli qui per voi; non dimenticate però di recensirli!

Shake:
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RomaPocket:
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CloudNews:
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