Addio alle tariffe flat per gli iPhone AT&T?

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Abbiamo già scritto che le pessime prestazioni nella rete 3G di AT&T sono uno dei motivi di switch verso Verizon per molti iPhoner statunitensi.
Dopo 5 anni di dure critiche che hanno raggiunto il culmine con l’esplosione del fenomeno iPhone ed il conseguente incremento del traffico dati, l’azienda ha deciso di correre ai ripari.

Per prima cosa sarà presto disponibile l’applicazione “Mark the Spot che permetterà di ricevere dagli utenti indicazioni sul grado di congestione delle diverse aree di copertura, identificando in questo modo le cosiddette dead-zone dove sono più frequenti i disagi. AT&T promette interventi immediati per ogni segnalazione.

John Donovan, CTO dell’azienda, assicura che il feedback degli utenti permetterà non solo di risolvere i problemi, ma anche di comprendere meglio i trend di utilizzo della rete orientando così i prossimi investimenti.

L’applicazione, già sviluppata ed attualmente in fase di validazione, sarà disponibile su App Store nei prossimi mesi.

Sarà inoltre migliorata la capacità di banda delle aree metropolitane di New York e San Francisco dove la concentrazione di smartphone è più alta.

Le brutte notizie arrivano invece da Ralf de la Vega, Head of consumer services per AT&T il quale, durante un discorso agli investitori in occasione della UBS conference di New York, ha rivelato i risultati di una ricerca sull’utilizzo della banda dati 3G.

In sostanza risulta che il 40% della rete dati venga utilizzato dal 3% di utenti in possesso di uno smartphone. Per entrare nel dettaglio, le funzionalità nel mirino sono  quelle di streaming audio e video  disponibili attraverso alcune applicazioni per iPhone.

Vega ha spiegato che presto sarà inevitabile legare l’importo della bolletta telefonica alla quantità di dati utilizzati, questo al fine di permettere un utilizzo più equo delle infrastrutture disponibili.

A noi può sembrare normale, ma per gli Stati Uniti -dove tutte o quasi le connessioni internet sono a tariffa flat- si tratta di una vera e propria rivoluzione. In peggio.

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