Scambio di mail tra Jobs e un giornalista americano

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Tra Steve Jobs e un giornalista americano è nato uno scambio infuocato di mail, sulla politica su Flash e la “chiusura” della piattaforma iPhone OS. Il giornalista in questione fa parte del gruppo Gawker Media, proprietario di Gizmodo.

Questa notte è partita una battaglia a suon di mail. Il giornalista Rayan Tate ha deciso di scrivere una mail a Steve Job, dopo aver visto una pubblicità sull’iPad. Il primo messaggio faceva riferimento alla capacità di Apple di “fare una rivoluzione” senza libertà; andando avanti si sono accesi i toni e i termini non sono stati sicuramente quieti.

La prima risposta alle accuse è arrivata qualche ora dopo, e dice: “La libertà che offriamo è quella da programmi che rubano dati privati agli utenti, uccidono la batteria e la libertà del porno”.  Tate, senza lesinare su termini astiosi, ha portato il discorso sulla vicenda dei compilers e sulle imposizioni, che vengono applicate, a chi vuol far qualcosa di innovativo. Jobs risponde, soltanto 8 minuti dopo, che ci sono società che compilano in Cocoa, ma Tate replica che lo fanno solo perché sono obbligati a farlo. Ecco la controreplica di Steve: “Non devono pubblicare per iPad se non vogliono farlo; stà di fatto che, invece, vogliono farlo”; il CEO di Apple chiede anche perché il giornalista si stia arrabbiando in questo modo, dicendo che la casa di Cupertino vuole il meglio per i suoi utenti, i quali possono fare quello che vogliono, pubblicando o no per iPad. Tate si lascia andare dicendo che la posizione di Apple è parallela a Microsoft, poiché obbliga a scrivere in un codice, solo come vendetta verso Adobe. Tate aggiunge anche qualcosa sulla vicenda del prototipo smarrito: “Non mi piace che gli accalappiacani di Apple sfondino le porte dei miei colleghi di lavoro”. Nell’ultima mail Jobs dice: “Per quello che ci riguarda, stiamo solo cercando di preservare l’esperienza utente che avevamo immaginato. Puoi non condividere la nostra opinione, ma le nostre intenzioni sono oneste”.

Insomma, questa vicenda ha proprio interessato, e fatto arrabbiare, Steve Jobs, il quale ha dedicato il suo tempo a rispondere al giornalista. Da notare anche i termini pacati del CEO, rispetto a quelli di Tate, che probabilmente voleva togliersi qualche sassolino dalla scarpa e muovere un po’ di critiche a Apple.

Qui sotto potete vedere le immagini dello scambio di mail.

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