Pepsi compra la tua posizione GPS (se vuoi)

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Pepsi Loot Cover

Non sono ancora vecchissimo e lavoro tutt’oggi  nel campo dell’innovazione tecnologica, questo mi aiuta a capire il mondo che mi circonda forse meglio di altri che magari guardano a certi settori dell’evoluzione scientifica con una cerca diffidenza.

Non temo che un giorno i computer prendano il sopravvento sull’uomo o che il “grande fratello” mi segua col suo occhio ad infrarossi fino al bagno, non perché non lo reputi possibile, ma -semplicemente- perché l’esperienza fin’ora mi ha dimostrato che la paura del  futuro e del cambiamento non aiutano mai a migliorare il mondo.

Così, se sono cresciuto in un periodo 70-80s durante il quale il concetto di privacy neppure esisteva, mi sono fatto convincere senza troppe remore nei ’90 che al contrario i miei dati personali stavano diventando importantissimi e chiunque avrebbe dovuto sudare il mio consenso all’utilizzo, e comunque mai per marketing.

Poi però sono stato ammaliato da Google e dai prodigi di Gmail che in cambio dei loro servizi mi hanno chiesto di poter leggere per filo e per segno il contenuto della mia corrispondenza elettronica al solo fine di visualizzarla poi tra banner pubblicitari pertinenti.

Ma con l’arrivo di iPhone e GPS ecco che ancora vengo colto da nuovi dubbi: la mia posizione sulla Terra è un’informazione tanto privata? La devo tenere per me?

Ve lo chiedo perché Pepsi la vuole conoscere ed usare: presto distribuirà un’applicazione per iPhone chiamata Pepsi Loot in grado di dirmi qual’è il ristorante a me più vicino che serva la Cola più venduta negli Stati Uniti.

In cambio, se intenderò usare questo sistema anche per le ordinazioni al tavolo, potrò partecipare ad un programma Loyalty riservato a chi ha rinunciato alla propria privacy.

Aspetto di vedere la lista di premi e poi decido.

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