Ping, le major e gli artisti indipendenti

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Ping, il social network musicale introdotto da Apple la scorsa settimana, consente agli artisti famosi di postare aggiornamenti, permettendo invece ai comuni mortali appassionati di musica il semplice commento. In questo modo il network risulta molto più controllato, ma anche meno ricco.

Jonny Evans su Computerworld fa notare come sia difficile riuscire a introdurre una band al mondo, e affermarsi nel contensto della produzione musicale.

Il social network di Apple ha già raggiunto il milione di utenti, ed è un vero peccato che gli artisti indipendenti non possano ritagliarsi uno spazio come le celebrità per informare il pubblico dei loro lavori.

Come se non bastasse gli artisti che non sono catalogati su iTunes non esistono. Ne sono un esempio lampante i Beatles.

Evans porta l’esempio di Frank Colin aiuta i musicisti indipendenti ad affermarsi. Lavorando con un artista chiamato Jimmy Z ha tentato di creare un suo profilo su Ping. Contattata direttamente Apple, e messo in comunicazione con un “iTunes Store Adviser”, a Jimmy Z è stato chiesto che mettesse in contatto Apple con la sua casa discografica, ma essendo indipendente, Jimmy non ne ha una.

La discussione è proseguita fino al punto in cui il rappresentate di Apple si è offerto di dare un’indirizzo mail a cui fare richieste di questo genere ([email protected]). Niente male. Ma dopo una settimana di negoziazioni Colin non è ancora riuscito a far arrivare il suo artista su Ping.

Il problema, continua a scrivere Evans, è che il sistema del social network si basa sui contratti con gli artisti e le grandi case discografiche, mettendo in coda gli utenti finali e i musicisti indipendenti.

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