Acquisti in-app: Apple lascia tempo agli sviluppatori

Diverse applicazioni, incluse quelle di Amazon, Barnes & Noble e Borders, non si sono ancora allineate con le nuove linee guida per la pubblicazione e la vendita di contenuti all’interno di una app distribuita su App Store. Il termine ultimo per aggiornare la propria app e rendere Apple felice è oramai passato da un paio di giorni, ma le app sopravvivono sullo store. Perchè?

Sviluppatori costretti da Apple a ritirarsi per mancanza di guadagni

Come ricorderete Apple ha introdotto una semplice regola su App Store: i ricavi di qualsiasi prodotto venduto (anche all’interno di applicazioni) attraverso la piattaforma messa in piedi da Apple devono essere spartiti tra Cupertino e lo sviluppatore nel celebre rapporto 30% a Apple, 70% allo sviluppatore.

Esiste un modo per aggirare il 30% ad Apple con gli acquisti in-app?

Lo sviluppatore Yudu ha lanciato questa settimana un servizio che, sostiene, permetterebbe di aggirare il 30% di ricavati per Apple. Il servizio, assicura il creatore, è compatibile con le condizioni di Apple e permette a quanti pubblicano i loro contenuti su App Store di far arrivare agli utenti edizioni delle loro riviste, quotidiani o giornali senza dover passare per Apple.

New York Times a pagamento da fine marzo

Una delle più importanti testate giornalistiche del mondo ha deciso di prendere parte (come ci si poteva aspettare) al nuovo sistema di pagamento ideato da Apple per l’acquisto di un servizio in abbonamento all’interno di una applicazione.

Readability in fase di approvazione, nonostante tutto

Dopo essere stata rifiutata da Apple per la pubblicazione su App Store, pare che l’app ufficiale di Readability, sviluppata con l’uomo dietro alla già celebre app di ReadItLater, sia in fase di revisione per la seconda volta e, stando al tweet ufficiale di Readability, sarebbe anche quella buona.

Perché ad Amazon non importa delle nuove policies

In tutto questo furore riguardo gli acquisti e gli abbonamenti in-app che sta colpendo in questi giorni Apple e l’App Store dopo che è stato chiarito che per vendere qualsiasi prodotto all’interno di un’app è necessario farlo pagando una percentuale ad Apple, ancora non si è sentito parlare di Amazon, il gorilla dell’intrattenimento elettronico.

Dropbox su iOS non ha nulla da temere, parola di Steve

Le lamentele per le nuove policies di App Store non si sono fatte attendere. Pare infatti che sarà impossibile, almeno stando al testo ufficiale, pubblicare e fornire agli utenti contenuti che non si trovano all’interno dell’app senza passare prima per le in-app subscriptions o in-app purchase. Servizi come Dropbox, che pescano file da cartelle in rete, potrebbero quindi risentirne.

TinyGrab si ritira da App Store (e potrebbe toccare anche a Dropbox)

Gli sviluppatori di Readability non sono gli unici a risentire delle nuove policy di Apple per App Store. Anche i creatori di Tiny Grab, un servizio “sociale” di screen grabbing ha appena postato una lettera simile a quella già postata da Readability per sottolineare come gli abbonamenti in-app impediranno loro di raggiungere App Store.

Readability rifiutata da Apple

Readability – Enjoy Reading, Support Writing from Arc90 on Vimeo.

Come fatto notare da TechCrunch, il popolare servizio di lettura Readability ha inviato una lettera ad Apple oggi facendo notare il rifiuto di Cupertino dell’app ufficiale del servizio sviluppato in collaborazione con Marco Arment, il creatore di Instapaper. Readability permette di riformattare una pagina di testo in modo da eliminare il contorno e la pubblicità, lasciando solo il testo dell’articolo.

Ex dipendente Apple: in-app subscriptions aiutano Android

Durante una intervista con Peter Kafka di All Things D riguardo il lancio del servizio Music Unlimited di Sony, Tim Schaaf, che ha lavorato ad Apple per quattordici anni come senior executive per Quicktime, si è lasciato andare a commenti riguardo Cupertino, in particolare riguardo il nuovo sistema di in-app subscriptions.

Apple attira l’attenzione dell’antitrust

L’antitrust statunitense ha gli occhi puntati sulla compagnia di Steve Jobs, dopo che Apple ha cambiato le sue policies di App Store, che costringono ora gli sviluppatori che vogliono fornire contenuti a pagamento all’interno del loro software di usare il sistema in-app di Apple, che consente a Cupertino di intascarsi una percentuale per ogni vendita, anche per le vendite di servizi in abbonamento.

In-app subscriptions: Apple affronterà l’antitrust?

Ricorderete che circa quindici giorni fa Apple aveva rifiutato di pubblicare su App Store l’applicazione per la lettura degli eBook di Sony, in quanto non permetteva agli utenti di acquistare i libri tramite in-app purchase. Le nuove linee guida di App Store mettono alle strette gli sviluppatori e distributori di contenuti come libri o riviste.

Acquisti e abbonamenti in-app obbligatori dal 31 marzo

Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal Apple avrebbe richiesto che qualsiasi servizio basato su abbonamenti offerto tramite App Store proponga i suoi contenuti tramite un servizio di in-app-purchase o in-app-subscription. Le app dovranno essere aggiornate entro la fine di marzo.

In-app-subscriptions lanciate insieme a The Daily

Ieri sera è stato presentato il tanto atteso The Daily, la nuova rivista pensata, scritta e pubblicata in esclusiva per iPad dal magnate Rupert Murdoch (o per meglio dire dalla sua compagnia). Per darvi una idea della portata del lancio Apple ha deciso di aggiornare il contratto di iTunes e App Store per tenere in conto una nuova feature che andrà ad aggiungersi agli acquisti in-app e che permetterà ai lettori di riviste e quotidiani di abbonarsi al loro giornali preferito facendo arrivare la solita percentuale sull’acquisto nelle casse di Cupertino.