iPhone è il demonio?

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Ci sono due aziende che hanno molto in comune, entrambe sembrano avere una missione che va oltre il semplice aspetto commerciale del loro business ed entrambe hanno una schiera di fedeli più simili ad adepti di una setta piuttosto che a utenti veri e propri.

Apple e Google erano buoni amici fino a poco tempo fa, ma improvvisamente si comportano come cane e gatto.

Questo certo non sorprende dal momento che, d’improvviso, hanno iniziato a muoversi l’uno nel territorio dell’altro pestandosi vicendevolmente i piedi.

In questa situazione, è interessante riflettere sull’essenza della tecnologia e su come la utilizziamo.

Ci domandiamo: iPhone, fulcro del conflitto, è lo strumento “perfetto” che ha lanciato le masse verso la navigazione globale della rete o piuttosto il simbolo di un web sempre più chiuso e controllato da potenti multinazionali che limitano la nostra libertà?

Secondo Tim Bray, appena assunto da Google, quella di Apple è una filosofia pericolosa e contraria alla natura stessa di internet.

Dal suo blog:

La visione-iPhone del mobile internet del futuro censura le controversie, il sesso e la libertà ponendo severi limiti e decidendo chi può dire cosa. E’ un po’ come uno sterile parco disneyano con il filo spinato intorno […] La odio […] Perché la libertà in queste cose non può essere un ingrediente opzionale

Tim non è solo in questa crociata. Jonathan Zittrain, docente di legge alla Harvard e fervido sostenitore della campagna “Electronic Freedom”, ritiene che Apple abbia tradito la sua missione iniziale di quando i computer Macintosh era proprio quelli “più aperti” al mondo (e agli sviluppatori).

Qualcuno considera queste reazioni eccessive: infondo l’utente medio cerca solo un oggetto funzionante e divertente e non ha alcuna intenzione di disperarsi per hackarlo o unlockarlo ne vogliono utilizzarlo per combattere l’oppressione globale.

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