IBM blocca Siri sulla sua rete

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Sappiamo bene che Siri, il sistema di riconoscimento vocale targato Apple, quando gli viene fatta una domanda la invia ai server madre, dove viene elaborata la risposta prima di essere reinviata all’utente. Ma cosa succede alle conversazioni? Vengono salvate sui server? Qualcuno può accedervi? Sono queste le domande che si è posto il CIO della IBM Jeanette Horan, che in una recente intervista a Technology Review ha dichiarato che la sua azienda ha vietato l’accesso a Siri nella rete proprio per la paura che potessero essere registrati dati sensibili.

In effetti la questione è delicata e la Apple non si è ancora espressa. Il contratto con gli utenti dice: “Utilizzando Siri o dettatura, si è d’accordo e si dà il consenso ad Apple, ai suoi incaricati e agenti la trasmissione, la raccolta, la manutenzione, l’elaborazione e l’uso di queste informazioni, compreso il vostro input vocale e dati utente, per usare e migliorare Siri, la dettatura, e altri prodotti  e servizi Apple”.

La “giustificazione” del miglioramento del servizio tuttavia è una clausola presente ovunque, quindi si potrebbe imputare tale accusa anche ad altri colossi come  Facebook, Google, Bing, ecc… Ma, dato che la privacy in internet è di primaria importanza, forse Apple, come Google, sarà costretta ad anonimizzare le query.

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