4 domande a Siri

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Mike Elgand di Cult of Mac farebbe alcune domande a Siri. Domande a cui Siri, ovviamente, non può rispondere, ma che aiuterebbero a fare luce sui punti oscuri dell’assistente vocale di Apple.

La prima domanda, spontanea, è: Perché sei una beta? Il termine Beta identifica in egro informatico una versione di prova di un software, non ancora pronto per il grande pubblico, che gli smanettoni possono utilizzare per provarne la bontà, aiutando anche i developer a perfezionare il software. Apple ha però puntato fortemente su Siri, che è diventato praticamente l’unico protagonista degli spot di iPhone 4S. Sembra di ricordare la famosa beta di Gmail, durata cinque anni, durante i quali chiunque ha avuto modo di usare il servizio mail di Google.

Perché sei peggiorata dopo il lancio? Molti hanno infatti avuto la sensazione che il modo in cui Siri elabori le risposte sia peggiorato dopo alcune settimane dal lancio del nuovo iPhone. Proprio di recente si è scoperto che Siri riesce a dare una risposta corretta solo a circa il 65% delle domande che le vengono rivolte.

Perché sei così misteriosa riguardo le registrazioni della mia voce? Si è infatti scoperto che Apple tiene in memoria le registrazioni delle interazioni con Siri. Il timbro vocale, esattamente come una impronta digitale, può essere utilizzato per identificare una sola persona. Un portavoce di Cupertino ha spiegato che: “Il database è utilizzato per le operazioni di Siri e per aiutarla a migliorare la comprensione e il riconoscimento“. Bene, e allora perché Apple non ci ha detto subito che lo stavano facendo?

Perché censuri contenuti per il Partito Comunista Cinese? La versione Cinese di Siri sembra infatti non essere propensa a parlare di eventi come il massacro di Piazza Tiananmen del 1989. È possibile che le fonti usate da Siri siano censurate dal governo cinese, oppure è possibile che le autorità cinesi abbiamo direttamente chiesto ad Apple di ammutolire Siri.

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