Fabbriche cinesi di iPhone (e iPad) senza controllo

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Mentre da un lato Apple merita grandi applausi per sottoporre i propri fornitori a delicati audit nel tentativo di identificare quelle fabbriche che non garantiscono condizioni di vita dignitose ai propri operai, dall’altro si trova a combattere contro lobby così potenti da non riuscire minimamente a controllarle e come non ci riesce lei, non ci riesce nessuna delle grandi compagnie hi tech.

Lo scorso anno, dopo il suicidio di uno studente universitario cinese presso una delle fabbriche di iPhone, i dirigenti californiani di Apple volarono in loco per una riunione urgente.

Sun Danyong si è lanciato dalla finestra del suo appartamento al 12esimo piano dopo che un prototipo di iPhone lasciato sotto la sua custodia andò perso.

Prima del drammatico salto, ha mandato un messaggio ad un amico  confessando di essere stato picchiato selvaggiamente dagli agenti della Foxconn, la compagnia Taiwanese che costruisce iPhone e iPad e controlla una serie di mega-fabbriche in Cina (già definita “inumana e militaresca” dal China Labour Watch).

Profondamente shoccata dagli eventi, Apple fece immediatamente diverse telefonate per capire come chiudere il contratto di collaborazione con Foxconn, ma -di fatto- non fu in grado di cambiare la situazione: solo altre due aziende al mondo sono in grado di fornire simili livelli di produzione, sia in termini si quantità che di qualità. Chi detiene il vero potere pertanto non è Apple ma questo triunvirato del quale è impossibile -attualmente- liberarsi.

L’impotenza di Apple è stata recentemente evidenziata dal recente resoconto relativo alle investigazioni interne svolte dall’azienda di Cupertino presso i loro supplier: sono state rilevate almeno 102 fabbriche con gravi problemi che vanno dal lavoro minorile, agli abusi, ai salari troppo bassi.

Plauso quindi alla trasparenza di Apple, ma amarezza per l’impossibilità di risolvere questo grave problema. (per la cronaca, nel 2009 Apple è riuscita ad interrompere un solo contratto con una fabbrica non a norma).

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