La download revolution di iPhone

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Download Revolution

Ian Lynch Smith è un capellone rossiccio quasi quarantenne, laureato a Vassar e attuale presidente della piccola software house di Brooklyn “Freever“, casa madre di alcuni best seller di App Store, tra cui Moto Chaser, Flick Fishing, Flick Bowling e Skee-ball.

Ian ci confida che proprio per il fenomeno Skee-ball, che gli ha già fruttato 181.000$ in soli 30 giorni , gli sono stati sufficienti due mesi di lavoro. Il suo prossimo progetto avrà come protagonista, Jane Austen, impegnata a combattere orde di zombi a colpi di karate.

“Non c’è mai stato niente di simile per il mondo del mobile software” -dice Ian a proposito del boom di App Store– “questo è il futuro per la distribuzione di qualsiasi tipo di contenuto digitale: software, videogame o intrattenimento”.

Un semplice catalogo di applicazioni si è trasformato in quello che gli analisti definiscono “una piattaforma che sta cambiando rapidamente l’informatica e la telefonia”. L’intero sistema è stato modificato, gli obiettivi stessi sono cambiati: Apple oggi può permettersi di mettere a dura prova la pazienza degli sviluppatori e di costringere i propri competitor a rivoluzionare le loro linee di prodotto.

L’iPhone è diventato un po’ il coltellino svizzero dell’era digitale, fornisce un arsenale di funzioni a portata di polpastrello: e-mail, sms, video, fotografia, mappe, navigazione GPS, libri, giochi, shopping, chiavi wireless ecc.

“Apple ha cambiato il modo di percepire il telefono stesso”, dice Katy Huberty della Morgan Stanley, “Le applicazioni rendono il trend dello smartphone una moda rivoluzionaria. Da anni non si vedeva nulla di simile nel campo della tecnologia consumer. Apple ha cambiato le nostre abitudini e punta a diventare la Microsoft degli smartphone”.

La popolarità di iPhone ha raggiunto un picco di frenesia raro: si calcola che 10mila sviluppatori indipendenti stiano lavorando a progetti destinati all’App Store e più di 2 miliardi sono i download (delle 100mila applicazioni disponibili) effettuati fino a questo momento . Persino città come New York e San Francisco, per permettere lo sviluppo di Applicazioni di interesse sociale. hanno reso disponibili alcuni dati riservati appartenenti al municipio.

A Cupertino, nel quartier generale della mela, anche Mr. Schiller si dice della stessa opinione: “App Store è sicuramente il vero futuro della distribuzione. L’idea che chiunque, dal singolo individuo all’azienda multinazionale, sia in grado di creare un software che con semplicità assoluta può essere trasferito in un attimo nella tasca di milioni di utenti in tutto il mondo è semplicemente esplosiva.”

Unica nota stonata: Apple si vede costretta a un continuo confronto con sviluppatori estranei all’azienza, quindi non abituati o semplicemente –non intenzionati a rispettarne le ferree regole

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