Apple è un virus mutante (e no, non parliamo di un gioco per iPhone)

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Apple, non lo si può negare, è sulla cresta dell’onda. Dal ritorno di Steve Jobs 10 anni fa l’azienda ha saputo reinventarsi con dispositivi innovativi (iMac) e nuovi incredibili prodotti portatili (iPod e iPhone su tutti) che sono sempre in grado di creare un nuovo standard quando messi sul mercato.

Non c’è da stupirsi che nelle parole dei CEO concorrenti ci siano delle note di invidia. È il caso di Steve Ballmer, amministratore delegato di Microsoft, che non ha mai creduto in iPhone definendolo solo una moda. Chissà cosa ne pensa adesso che nelle sue quattro incarnazioni ha venduto circa 90 milioni di dispositivi e la sua crescita sembra non arrestarsi? Di sicuro c’è che la sua azienda sta sviluppando un software multitouch (WIndows Mobile 7) il quale nasce dalla necessità di concorrere con qualcosa che è solo una moda.

Ma il business di Apple da fastidio anche ad altri. Proprio di questi giorni è il commento del fondatore di Acer Stan Shih, il quale ha definito Apple come un “virus mutante“.

Secondo Shih la popolarità di Apple è data da prodotti come iPhone e iPad (evidentemente dimentica il successo indiscusso e quasi decennale di iPod). Il fondatore definisce questi prodotti “virsu mutanti” difficilmente curabili, anche se è convinto che prima o poi la concorrenza riuscirà a debellarli.

Nonostante dica di rispettare Apple per la qualità dei suoi prodotti e per le innovazioni che ha saputo portare, è anche convinto che brand che si evolvono più “naturalmente” (qualsiasi cosa significhi) siano destinati a un successo duraturo.

Nel frattempo il telefono senza tastiera fisica continua a vendere, e con lui il tablet dal sistema operativo castrato che, ad oggi, sono tra i leader indiscussi del mercato.

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