Safari salvaci tu: riflessioni sulla censura Apple

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Peephole Safari

La ragione principale per cui la nuova policy relativa ai contenuti per adulti su App Store mi sembra sciocca è data dal fatto che iPhone viene venduto con due applicazioni native (entrambe realizzate da Apple): iTunes e Safari. Bene, ora censurare iTunes quando attraverso il browser Safari si può accedere -su internet- a contenuti di gran lunga peggiori di qualche timido seno al vento, mi sembra assurdo.In pratica Safari è per iPhone un pò come un buco della serratura o (se vogliamo) uno stargate attraverso il quale, poi, tutto è possibile: porno soft, porno hard, cose lecite ed illecite, si può persino visitare la concorrenza.

Insomma, i controlli ossessionanti e severissimi di Apple sarebbero abbastanza per far scappare molti clienti, ma proprio grazie a Safari -nostra finestra sul mondo- questo non accade.

Poi, più HTML5 maturerà e più questi viaggi attraverso la porta di Safari potranno essere lunghi e lontani dalle logiche poco democratiche della censura.

A quel punto l’unica soluzione, per Apple, sarebbe quella di obbligare ogni sito web ad un porting attraverso apposita applicazione da sottoporre ad App Store.

Sarebbe un disegno delirante e poi si sa, se un utente non trova ciò che vuole, alla fine cambia prodotto.

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