2007: l’avversità di Jobs ad App Store

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Alla presentazione del primo iPhone nel 2007, l’intenzione di Jobs e della Apple era di non permettere agli sviluppatori di creare software che potesse essere direttamente installato su iPhone. Le WebApp di Safari dovevano essere la risposta ai bisogni degli utenti. Al tempo il CEO di Apple avrebbe detto:

L’intero motore di Safari è in iPhone. E così, potete scrivere delle fantastiche applicazioni in Web 2.0 e Ajax che embargo e si comportano esattamente come le app su iPhone. Queste app si possono integrare perfettamente con i servizi di iPhone. Possono fare una telefonata, possono inviare una email, possono controllare una posizione su Google e Maps. E pensate un po: non c’è bisogno di un SDK! Avete già tutto in mano se sapete come scrivere applicazioni usando i più moderni standard web.

App Store è ora uno dei punti di forza di iOS e iPhone, ma Jobs era restio al cambiamento. Come raccontato a Walter Isaacson, che scrive nella biografia di Jobs in uscita lunedì:

Il membro del consiglio di Apple Art Levinson ha raccontato ad Isaacson di avere telefonato a Jobs “una dozzina di volte per fargli capire l’importanza delle app”, ma, stando ad Isaacson, “Jobs in un primo momento aveva terminato la conversazione, in parte perché pesava che il suo team non avesse la sagacia di immaginare la complessità che le regolamentazioni per app di terze parti avrebbero dovuto avere”.

via | 9to5mac

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