Tiffany, virtualizzare un sogno è come distruggerlo

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Breakfast at Tiffany's

Se io trovassi un posto a questo mondo che mi facesse sentire come da Tiffany…

Chissà come –Truman Capote– avrebbe scritto il suo romanzo se fosse vissuto fino ai nostri giorni invece di lasciarci a Bel Air nell’agosto del 1984 dopo 60 anni da scrittore, giornalista e drammaturgo.

In qualche vecchia intervista Audrey Hepburn ricordava il suo personaggio in Colazione da Tiffany come uno dei ruoli più difficili da recitare, perché lei era timida e doveva interpretare un’estroversa.

Mi chiedo se lo sarebbe ancora tra tecnologia e smartphone, ora che per andare da Tiffany bastano un paio di click e un’applicazione gratuita scaricata da App Store in pochi istanti.

Gli anelli si fidanzamento si scelgono “sfogliandoli” col dito sul touch screen retina display, il loro materiale muta da oro a platino in un tap, così come le forme a una o tre pietre ed il design (sempre a marchio registrato) The Tiffany setting, Tiffany Legacy, Tiffani Novo…

Tiffany non è più un luogo magico, almeno non un luogo reale.

E paradossalmente ora  è più difficile sognarlo.

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