Sviluppatori in rivolta: lettera dall’Italia

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Lettera

Dopo Joe Hewitt e il suo abbandono dello sviluppo per la App di Facebook e tutta la diatriba che ha riguardato Rogue Amoeba, dei quali vi abbiamo dato ampio risalto, vorrei passare oggi a casa nostra, visto che la notizia non mi pare abbia avuto un gran riscontro.

Infatti uno sviluppatore italiano ha scritto una bella lettera “aperta” rivolta ad Apple e App Store in particolare, riguardo la possibilità di fare meglio nell’interesse di tutti. In particolare Emanuele, questo il suo nome, ha focalizzato la propria attenzione su una serie di problemi.

Il primo è il progresso delle applicazioni. Infatti, stando alla lettera, App Store sarebbe di impedimento a un regolare progredire dello sviluppo del software. Dati i tempi di attesa, ormai proverbialmente lunghi, e le piccole magagne sempre in agguato non stento a crederlo.

Il secondo è ciò che viene definito opacità, nel senso di scarsa trasparenza immagino. Infatti si lamenta il fatto che gli sviluppatori non hanno la minima idea di ciò che passi per la mente di chi lavora a Cupertino, CA. Quello che può andar bene in un momento, subito dopo non va più bene, e viceversa.

Il terzo problema riguarda il supporto. Il sistema viene definito come “molto piacevole”, quando tutto funziona per il verso giusto, ma come un incubo tutte le volte in cui ci si imbatte in un’eccezione. Alcune di queste imprevedibili, per i motivi esposti sopra.

Dopodiché Emanuele illustra il suo caso specifico, che riguarda l’update della sua applicazione, approvato e pubblicato ma che, semplicemente, non funziona una volta installato, per quale motivo non è dato sapere. Soprattutto illustra tutto il percorso che ha dovuto compiere per sistemare le cose. A me viene naturale chiamarlo Calvario.

Voi che ne pensate?

[via | PING!]

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